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Hai dubbi su come scegliere, installare o mantenere in efficienza il tuo impianto termoidraulico? In questa sezione trovi guide pratiche e approfondimenti utili per orientarti nel mondo della climatizzazione e del riscaldamento. Dai bonus fiscali agli incentivi statali, dalle normative alle istruzioni per l’uso, ogni articolo ti accompagna passo dopo passo con consigli chiari, linguaggio semplice e contenuti sempre aggiornati.

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Come funziona e come gestire lo scarico della condensa del condizionatore - Climamarket
02/05/25

I condizionatori d'aria, essenziali per il comfort domestico durante i mesi caldi, producono condensa come sottoprodotto naturale del processo di raffreddamento e deumidificazione dell'aria. Un sistema di scarico della condensa che funzioni correttamente è di vitale importanza per prevenire danni causati dall'acqua, la proliferazione di muffe e il malfunzionamento dell'apparecchio. Per questo è essenziale sapere dove si trova lo scarico della condensa del condizionatore, come gestirlo e, soprattutto, come mantenerlo pulito. Vediamo insieme, in questo approfondimento di Climamarket, tutto quello che c'è da sapere su questo aspetto spesso sottovalutato, rispondendo alle domande più comuni. Dove si può scaricare la condensa del condizionatore: la normativa Le normative riguardanti lo scarico della condensa dei condizionatori d'aria stabiliscono principi generali per garantire uno smaltimento corretto e sicuro. A differenza della condensa prodotta dalle caldaie, che presenta un pH acido e spesso necessita di neutralizzazione, la condensa dei condizionatori è generalmente basica e non richiede necessariamente un filtraggio preventivo prima di essere immessa negli impianti di raccolta o nel terreno. In Italia, il riferimento normativo principale per lo scarico delle acque reflue, inclusa la condensa dei condizionatori, è contenuto nella Parte terza del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006. Questa legislazione fornisce il quadro generale per la gestione degli scarichi idrici a livello nazionale. È importante notare che per impianti di condizionamento di grandi dimensioni, specificamente quelli con una potenza superiore a 70 kW, la normativa prevede requisiti più stringenti. In questi casi, la condensa deve essere neutralizzata prima di essere scaricata, a meno che non venga immessa in acque saponate (che sono basiche). Inoltre, prima di confluire nella rete fognaria, la condensa proveniente da questi impianti deve passare attraverso due sifoni, come indicato nella norma UNI EN 11071. Questa disposizione si applica tipicamente a contesti commerciali o industriali piuttosto che a installazioni domestiche standard. Per quanto riguarda le opzioni pratiche di smaltimento, la condensa dei condizionatori, essendo essenzialmente acqua distillata, può essere scaricata negli scarichi domestici, in appositi recipienti o nelle tubazioni per l'acqua piovana. Tuttavia, un aspetto cruciale da considerare, soprattutto per chi vive in condomini, è il divieto di scaricare la condensa nei pluviali condominiali. Questa pratica è considerata un'alterazione di una parte comune dell'edificio e non è consentita ai sensi dell'articolo 1102 del Codice Civile. La violazione di tale norma può comportare l'obbligo di rimozione del tubo di scarico e il ripristino della situazione originaria. Pertanto, i residenti in condominio devono prestare particolare attenzione a non utilizzare i pluviali per lo scarico della condensa. Come risolvere i problemi di scarico della condensa del condizionatore intasato Il problema più comune legato allo scarico della condensa del condizionatore è il blocco del tubo. Questo accade quando sporco, polvere, pelucchi o, più spesso, alghe e muffe (che crescono facilmente in ambienti umidi) si accumulano all'interno del tubo di scarico, impedendo all'acqua di passare. Quando lo scarico è bloccato, la bacinella di condensa si riempie fino a traboccare. Questo può causare perdite d'acqua dall'unità interna (gocciolamento sul muro o sul pavimento) o dall'unità esterna in modo anomalo. Come risolvere? La soluzione è quasi sempre la pulizia (esattamente come accade con i filtri del condizionatore): Individuare il tubo: il tubo di scarico della condensa del condizionatore parte dall'unità interna (generalmente in basso) e porta verso l'esterno o verso uno scarico. Verificare visivamente: se possibile, controlla l'ingresso del tubo vicino alla bacinella e l'uscita per vedere se ci sono ostruzioni visibili. Pulizia manuale (se accessibile): se il blocco è vicino all'estremità, puoi provare a rimuoverlo delicatamente con un filo di ferro flessibile o uno scovolino lungo. Lavaggio: la tecnica più efficace per pulire il tubo di scarico è il lavaggio. Puoi usare: Acqua calda (non bollente): versala lentamente nell'ingresso del tubo (se accessibile) o spingila dal lato uscita con una siringa o una piccola pompa. Soluzione di acqua e aceto bianco: l'aceto è ottimo per sciogliere muffe e alghe. Miscelalo con acqua (es. 1 parte aceto, 3 parti acqua) e versala nel tubo. Lascia agire per 20-30 minuti e poi sciacqua con acqua pulita. Soluzione di acqua e candeggina diluita: in casi di blocchi ostinati, una soluzione molto diluita di candeggina (es. 1 parte candeggina, 10 parti acqua) può essere usata con cautela, sciacquando abbondantemente dopo l'uso. Attenzione: non mescolare mai candeggina con aceto! Usare un aspiraliquidi: se hai accesso all'estremità esterna del tubo, puoi usare un aspiraliquidi per creare una depressione e "risucchiare" fuori il blocco. Pompe per scarico condensa: in situazioni in cui lo scarico per gravità non è possibile (perché il punto di scarico è più in alto), si installano delle piccole pompe condensate. Se l'unità interna perde acqua e c'è una pompa, il problema potrebbe essere la pompa stessa (rotta o intasata) o un blocco nel tubo dopo la pompa. In questo caso, la pulizia del tubo e un controllo della pompa sono necessari. Eseguire regolarmente la pulizia dello scarico della condensa del condizionatore (e di tutto l'apparecchio) è una manutenzione preventiva fondamentale. Quanti scarichi di condensa ha un condizionatore? In questo caso, la risposta dipende dal tipo di condizionatore. In particolare, per i sistemi split (quindi con interna ed esterna) ogni unità interna (lo split appeso al muro o a soffitto) ha la sua bacinella di condensa e, di conseguenza, il suo tubo di scarico. Se hai un sistema multisplit con 2, 3 o più unità interne, ognuna avrà il proprio scarico che dovrà essere convogliato verso un punto di smaltimento comune o separato. Per quanto riguarda i condizionatori monoblocco, che hanno tutto il sistema racchiuso in un'unica unità, raccolgono la condensa in un serbatoio interno o la smaltiscono in modo diverso. Ne parleremo comunque nel prossimo paragrafo. Similmente ai monoblocco, nei condizionatori portatili la condensa viene solitamente raccolta in un serbatoio interno che deve essere svuotato periodicamente. Alcuni modelli offrono la possibilità di collegare un tubicino per lo scarico continuo, ma non è la norma per il funzionamento base. Dove scaricano la condensa i condizionatori senza unità esterna? Come accennato in precedenza, i condizionatori senza unità esterna, come i monoblocco o i portatili, gestiscono la condensa in modo differente rispetto ai sistemi split tradizionali. Condizionatori portatili La soluzione più comune è un serbatoio interno. L'acqua si accumula lì e un indicatore o un segnale acustico avvisa quando è pieno e necessita di essere svuotato manualmente. Alcuni modelli avanzati possono avere una funzione che vaporizza parte della condensa e la espelle con l'aria calda per un parziale smaltimento. Raramente, alcuni prevedono l'attacco per un tubicino di scarico continuo, ma ciò richiede che il punto di scarico sia più in basso rispetto all'unità. Condizionatori monoblocco (installati a parete) Questi apparecchi possono gestire la condensa in vari modi. Alcuni modelli la raccolgono in una bacinella interna e la espellono con l'aria calda in uscita attraverso i fori nel muro (parziale smaltimento per evaporazione). Altri possono richiedere comunque un piccolo tubo di scarico per la condensa del condizionatore da convogliare all'esterno o in uno scarico interno, specialmente in condizioni di elevata umidità che producono molta condensa. Che tubo usare per scarico condensa del condizionatore? La scelta del tubo corretto per lo scarico della condensa del condizionatore è importante per garantire un deflusso efficiente e prevenire problemi come perdite o ostruzioni. I materiali più comunemente utilizzati per i tubi di scarico della condensa sono il PVC (cloruro di polivinile) e il polietilene (PE). Il tubo in PVC flessibile è una delle opzioni più diffuse grazie al suo buon rapporto qualità-prezzo, alla facilità di installazione e alla resistenza alla corrosione. Questi tubi sono adatti sia per installazioni a vista che per essere inseriti in canaline. Anche il polietilene è un materiale utilizzato per i tubi di scarico della condensa, offrendo anch'esso flessibilità e resistenza agli agenti atmosferici. In commercio si possono trovare anche tubi in polipropilene (PP), come quelli a doppio strato, che offrono una buona resistenza e durata nel tempo. Oltre ai tubi flessibili, si possono utilizzare anche tubi rigidi in PVC per lo scarico della condensa. Questi tubi offrono una maggiore resistenza allo schiacciamento e sono particolarmente indicati per installazioni a muro o sottotraccia, garantendo un aspetto più pulito e una maggiore protezione del condotto. La scelta del diametro del tubo è importante per assicurare una capacità di flusso adeguata alla quantità di condensa prodotta dal condizionatore. Per la maggior parte delle applicazioni residenziali, un diametro tra 16mm e 20mm è generalmente sufficiente. Tuttavia, per sistemi più grandi o per installazioni con più unità interne che convergono in un unico scarico, potrebbe essere necessario considerare diametri maggiori, come 25mm o 32mm. Consigli per la scelta e l’installazione Come già ricordato,un diametro troppo piccolo aumenta il rischio di intasamenti. Per questo, è sempre consigliabile utilizzare il diametro consigliato direttamente dal produttore del condizionatore. Indipendentemente dal tipo di tubo, l'aspetto più importante è installarlo con una pendenza costante e sufficiente verso il punto di scarico per sfruttare la gravità. Anche una leggera contropendenza può causare ristagni e blocchi. Allo stesso modo, cerca di evitare un percorso per il tubo con curve troppo strette oinutili cambi di direzione. Meno curve ci sono, minore è il rischio di blocchi.Infine, se il tubo passa all'esterno, proteggilo dai raggi UV con apposita guaina o isolamento per evitare che diventi fragile e si rompa.

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Come funziona un impianto di climatizzazione canalizzato? Ecco i pro e i contro - Climamarket
28/04/25

L'impianto di climatizzazione canalizzato rappresenta una soluzione elegante e funzionale per la climatizzazione degli ambienti domestici e commerciali. A differenza dei tradizionali condizionatori split, questo sistema distribuisce l'aria fresca (o calda, nel caso di un impianto canalizzato caldo freddo) attraverso una rete di canali nascosti nel controsoffitto, con un impatto estetico minimale. Ma come funziona esattamente e quali sono i suoi pro e contro? Esploriamo insieme le caratteristiche di questo sistema di condizionatori con canalizzazione, grazie alle indicazioni e ai consigli degli esperti Climamarket. Come funziona un condizionatore canalizzato? Analogamente alle soluzioni di climatizzazione più diffuse, un sistema di climatizzazione canalizzato è progettato per assolvere a due compiti fondamentali: il raffreddamento e la regolazione dell'umidità negli ambienti interni. Tuttavia, ciò che distingue nettamente un impianto di questo tipo è la sua configurazione fisica intrinseca e, conseguentemente, il suo principio operativo. La struttura tipica di un impianto canalizzato comprende un'unità motocondensantecollocata all'esterno e una singola unità evaporante interna centralizzata. Questa configurazione permette di climatizzare l'aria in un unico punto per poi distribuirla capillarmente nei diversi locali. Il beneficio principale di questa architettura risiede nella capacità di diffondere l'aria trattata (fredda o calda) in modo omogeneo in tutte le zone servite dall'impianto, partendo da un'unica sorgente. Questo elimina la necessità di installare e gestire singole unità interne (split) in ogni stanza, risolvendo così l'incombenza legata alla gestione multipla e riducendo l'impatto visivo all'interno degli ambienti.  Gestione centralizzata e diffusione dell'aria via condotti Il controllo dell'intero sistema avviene tramite un pannello di comando centralizzato o un termostato evoluto. Da questo punto di controllo, l'utente può definire la temperatura desiderata, programmare gli intervalli di accensione e spegnimento e attivare la modalità di deumidificazione per l'intera abitazione. L'aria, una volta trattata dall'unità interna centralizzata, viene incanalata verso le diverse stanze attraverso una rete di condotte flessibili o rigide. Questi canali sono specificamente coibentati per minimizzare le dispersioni termiche e vengono solitamente installati in maniera nascosta, all'interno di controsoffitti o sotto il pavimento. Personalizzazione del comfort ambientale Nonostante la natura centralizzata del sistema, è possibile personalizzare il livello di comfort in ciascun ambiente. La portata d'aria climatizzata immessa in ogni stanza può essere modulata in funzione delle specifiche necessità. Questa regolazione si effettua intervenendo sulle serrande o sui diffusori terminali, comunemente noti come bocchette di ventilazione, presenti in ogni locale servito. Tali bocchette possono essere aperte, chiuse o regolate parzialmente. Questa capacità di modulazione del flusso d'aria consente di creare zone climatiche differenziate all'interno della stessa abitazione, adattando la climatizzazione alle preferenze individuali o all'effettivo utilizzo degli spazi, superando così una potenziale percezione di rigidità legata ai sistemi centralizzati. Caratteristiche avanzate: purificazione dell'aria e controllo intelligente I sistemi di climatizzazione canalizzata di ultima generazione integrano funzionalità avanzate che vanno oltre la semplice regolazione termica. Molti modelli sono equipaggiati con griglie di mandata e di ripresa dotate di sezioni filtranti ad alta efficienza. Questi filtri sono progettati per catturare polvere, pollini, e altri particolati aerei, incluse sostanze potenzialmente allergeniche, contribuendo significativamente al miglioramento della qualità dell'aria interna. In aggiunta, per massimizzare la praticità d'uso, questi impianti moderni offrono spesso la possibilità di essere gestiti e programmati a distanza. Attraverso specifiche applicazioni installabili su smartphone o tablet, gli utenti possono controllare il funzionamento del climatizzatore, regolare le impostazioni e monitorarne lo stato da qualsiasi luogo, integrando il sistema nell'ecosistema della domotica e della "smart home". Dove posizionare l'unità interna del condizionatore canalizzato? La posizione dell'unità interna del condizionatore canalizzato è cruciale per garantire un'efficace distribuzione dell'aria e minimizzare le perdite di carico nel sistema di canalizzazione. Idealmente, l'unità interna dovrebbe essere collocata in un luogo centrale rispetto alle zone da climatizzare, possibilmente in un controsoffitto sufficientemente ampio o in un locale tecnico dedicato e ben ventilato per dissipare il calore prodotto dal motore. È importante considerare la facilità di accesso per la manutenzione e l'ispezione. La vicinanza all'unità esterna può anche ridurre la lunghezza delle tubazioni del refrigerante, migliorando l'efficienza del sistema. Quanto costa un impianto canalizzato di aria condizionata? Determinare con precisione quanto costa un impianto di climatizzazione canalizzato non è semplice, in quanto il prezzo finale dipende da numerosi fattori. Tra questi, rivestono un ruolo cruciale le dimensioni dell'abitazione o dell'edificio da climatizzare, la potenza del climatizzatore necessaria (espressa in BTU), la complessità del sistema di canalizzazione, il numero di bocchette e griglie, la marca e il modello dell'unità interna ed esterna, e naturalmente i costi di installazione. Realizzare un impianto di climatizzazione canalizzato richiede una progettazione accurata e un'installazione professionale, il che incide sul costo totale. In linea generale, un impianto canalizzato può avere un costo iniziale superiore rispetto a un sistema multi-split, ma i benefici in termini di comfort e estetica possono giustificare l'investimento. Quanto consuma un condizionatore canalizzato? Il consumo energetico di un impianto canalizzato climatizzazione varia significativamente in base alla potenza complessiva del sistema (espressa in BTU), all'efficienza energetica dei componenti (SEER/SCOP), alle abitudini di utilizzo e alle caratteristiche dell'edificio (isolamento termico, esposizione solare, ecc.). I modelli dotati di tecnologia a pompe di calore inverter sono generalmente più efficienti, in quanto modulano la loro potenza in base alla richiesta termica, evitando i picchi di consumo tipici dei sistemi on-off. Per stimare il consumo, è necessario consultare l'etichetta energetica del prodotto e considerare le proprie esigenze di climatizzazione. Quanto consuma un canalizzato da 24.000 BTU? Un climatizzatore canalizzato di questa potenza è progettato per ambienti di medie e grandi dimensioni e, grazie alla tecnologia inverter e agli avanzati sistemi di distribuzione dell’aria, è in grado di offrire un comfort termico regolabile con una gestione ottimizzata dei consumi. In condizioni ideali e con un utilizzo moderato, il climatizzatore potrebbe registrare un consumo medio che varia tra 1,5 e 2,0 kW all’ora quando lavora a piena potenza. Tuttavia, nella pratica, il sistema regola la potenza in base alle effettive esigenze dell’ambiente, abbassando la spesa energetica quando si raggiunge la temperatura desiderata. Vantaggi e svantaggi dell'impianto di climatizzazione canalizzato Prima di decidere se acquistarne uno su Climamarket.it, però, è opportuno valutare con attenzione i pro e contro del climatizzatore canalizzato, così da non rischiare di scegliere un impianto poco adatto alla nostra casa. Tra i vantaggi, ricordiamo: Estetica e discrezione: l'integrazione nel controsoffitto rende l'impianto invisibile, lasciando a vista solo le griglie condizionatore canalizzato e le bocchette clima canalizzato, che possono essere scelte in diverse forme e finiture per integrarsi al meglio con l'arredamento. Un impianto canalizzato a vista è meno comune e generalmente adottato in contesti industriali o commerciali con un design specifico. Distribuzione uniforme dell'aria: il sistema di canalizzazione permette di raggiungere ogni angolo degli ambienti, eliminando le zone troppo calde o troppo fredde tipiche dei condizionatori split con una singola unità interna. Silenziosità: l'unità interna, contenente il motore e il ventilatore, è generalmente posizionata lontano dalle zone giorno e notte, contribuendo a un maggiore comfort acustico negli ambienti climatizzati. Possibilità di zonizzazione: sistemi più avanzati permettono di controllare la temperatura in diverse zone della casa in modo indipendente, ottimizzando i consumi e il comfort. Flessibilità di installazione: un impianto di condizionamento canalizzato può essere progettato per climatizzare anche più piani di un edificio. Passando agli svantaggi, ecco quelli principali: Costo iniziale più elevato: l'investimento iniziale per l'acquisto e l'installazione di un impianto canalizzato è generalmente superiore rispetto a un sistema split tradizionale. Installazione più complessa: la realizzazione del sistema di canalizzazione richiede competenze specifiche e può comportare interventi strutturali, come la creazione di un controsoffitto. Manutenzione più articolata: la manutenzione può richiedere l'accesso all'unità interna e ai canali, il che potrebbe essere meno agevole rispetto a un sistema split. La pulizia periodica dei filtri e la verifica dell'efficienza del sistema sono fondamentali. Altezza del controsoffitto: l'installazione dei canali richiede uno spazio adeguato nel controsoffitto, riducendo l'altezza disponibile degli ambienti. In definitiva, l'impianto di climatizzazione canalizzato rappresenta una soluzione di climatizzazione sofisticata e performante, ideale per chi cerca comfort elevato, discrezione estetica ed efficienza nella distribuzione dell'aria. Sebbene l'investimento iniziale e la complessità dell'installazione possano essere maggiori rispetto ad altre soluzioni, i vantaggi in termini di comfort e uniformità della temperatura lo rendono una scelta da considerare attentamente per la climatizzazione di abitazioni e spazi commerciali. Scopri le offerte Climamarket sui condizionatori delle migliori marche

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La guida completa al valore SCOP del condizionatore - Climamarket
21/04/25

Nel mondo della climatizzazione, l’efficienza energetica è diventata un parametro imprescindibile sia per il risparmio economico che per l’impatto ambientale. In quest'ottica, il valore SCOP (Seasonal Coefficient of Performance) di un condizionatore è un indice molto importante che indica l'efficienza energetica del condizionatore in modalità riscaldamento durante l'intera stagione invernale. In parole semplici, il SCOP ti dice quanto calore utile produce il condizionatore per ogni unità di energia elettrica che consuma, tenendo conto delle variazioni di temperatura esterne tipiche di una stagione di riscaldamento. In questo approfondimento di Climamarket, andremo quindi a capire come si calcola questo parametro, la differenza con SEER e COP e quali sono i valori ottimali. Cosa significa SCOP per un condizionatore? Lo SCOP, acronimo di Seasonal Coefficient of Performance (ovvero Coefficiente di Prestazione Stagionale), è un indice che quantifica l'efficienza energetica di un condizionatore d'aria (o più precisamente, di una pompa di calore reversibile in grado di riscaldare e raffreddare) durante l'intera stagione di riscaldamento. Mentre il SEER (Seasonal Energy Efficiency Ratio) si concentra sull'efficienza in modalità raffreddamento, il SCOP va a valutare l'efficienza del condizionatore quando lo utilizziamo per riscaldare l'ambiente. Di fatto, rappresenta un'evoluzione del tradizionale Coefficient of Performance (COP), con l'obiettivo di fornire una valutazione più veritiera delle prestazioni del sistema nel corso di tutta la stagione fredda, tenendo in considerazione le naturali fluttuazioni del fabbisogno termico e delle temperature esterne. Quindi, se stai cercando un condizionatore che non solo ti rinfreschi d'estate ma che ti dia anche una mano con il riscaldamento durante le mezze stagioni o in inverni non troppo rigidi, il SCOP è un valore cruciale da tenere d'occhio. Un valore di SCOP elevato indica che il condizionatore è in grado di produrre più calore utilizzando meno energia elettrica. In parole povere, consuma meno e ti fa risparmiare sulla bolletta! Quali sono i valori di SCOP ottimali? In generale, per le moderne pompe di calore aria-aria, i valori di SCOP si situano comunemente tra 3.0 e 4.0. Ciò significa che per ogni unità di energia elettrica consumata, l'apparecchio è in grado di produrre da 3 a 4 unità di energia termica durante la stagione di riscaldamento. È importante notare che i modelli più recenti e tecnologicamente avanzati possono superare questi valori, attestandosi su livelli di efficienza ancora maggiori. Un valore SCOP considerato "buono" è generalmente ritenuto superiore a 3.5, indicando una discreta efficienza di riscaldamento. Valori che superano il 4.0 sono considerati molto buoni, mentre quelli che si spingono oltre il 5.0 rappresentano un'efficienza eccellente. Per fornire un quadro più chiaro, la classificazione energetica europea offre un sistema di riferimento utile per interpretare i valori SCOP: Classe A+++: SCOP ≥ 5.10 (Massima efficienza) Classe A++: 4.60 ≤ SCOP < 5.10 Classe A+: 4.00 ≤ SCOP < 4.60 Classe A: 3.40 ≤ SCOP < 4.00 Classe B: 3.10 ≤ SCOP < 3.40 Classe C: 2.80 ≤ SCOP < 3.10 Classe D: 2.50 ≤ SCOP < 2.80 Classe E: 2.20 ≤ SCOP < 2.50 Classe F: 1.90 ≤ SCOP < 2.20 Classe G: SCOP < 1.90 (Minima efficienza) Come si può notare, un condizionatore con un valore SCOP elevato, specialmente se rientra nelle classi A+, A++ o A+++, è sinonimo di alta efficienza energetica e, di conseguenza, di minori costi di gestione per il riscaldamento. Come si calcola lo SCOP? Il calcolo del valore SCOP di un condizionatore d'aria (che opera anche come pompa di calore per il riscaldamento) è un processo meticoloso e standardizzato, principalmente definito dalla norma europea EN 14825. Questa norma stabilisce le temperature, le condizioni di carico parziale e i metodi di calcolo necessari per determinare lo SCOP. La metodologia generale prevede l'esecuzione di test di performance del sistema a diverse temperature esterne e condizioni di carico parziale, con l'obiettivo di simulare le variazioni climatiche tipiche di una stagione di riscaldamento. La norma EN 14825 definisce diverse zone climatiche di riferimento (media, fredda e calda), ognuna caratterizzata da specifici profili di temperatura e dalla durata della stagione di riscaldamento. Il calcolo dello SCOP può essere effettuato separatamente per ciascuna di queste zone climatiche. Durante i test, vengono misurate con precisione sia la potenza termicache il condizionatore è in grado di erogare (in kW) sia la potenza elettrica che assorbe per farlo (sempre in kW). Il rapporto tra questi due valori determina il COP in quel particolare punto di test. I valori di COP così ottenuti vengono poi ponderati in base al numero di ore in cui si verifica ciascuna condizione di temperatura durante una tipica stagione di riscaldamento per la specifica zona climatica considerata. Questo passaggio è cruciale per riflettere l'effettivo utilizzo del condizionatore nel corso della stagione. Il calcolo finale dello SCOP si ottiene dividendo il fabbisogno termico totale stimato per l'intera stagione di riscaldamento (espresso in kWh) per il consumo energetico totale calcolato per soddisfare tale fabbisogno (anch'esso in kWh). È importante notare che nel calcolo vengono presi in considerazione anche i consumi energetici del condizionatore in modalità non attive, come ad esempio la modalità standby. Il calcolo accurato dello SCOP richiede attrezzature specializzate e competenze tecniche specifiche, oltre a una profonda conoscenza delle normative di riferimento. Per questo motivo, il valore SCOP di un condizionatore viene generalmente determinato dai produttori stessi o da organizzazioni di test indipendenti durante la fase di progettazione e certificazione del prodotto. I consumatori possono quindi fare riferimento al valore SCOP riportato sull'etichetta energetica dell'apparecchio. I parametri più rilevanti Diversi parametri influenzano il valore SCOP di un condizionatore: Zona climatica: il SCOP può variare a seconda della zona climatica per cui il condizionatore è stato testato. È importante fare riferimento al valore SCOP dichiarato per la zona climatica in cui si intende utilizzare l'apparecchio. Temperature di test: la norma EN 14825 specifica le temperature esterne standard a cui il condizionatore deve essere testato per il calcolo dello SCOP (ad esempio, per il clima medio: -7°C, 2°C, 7°C, 12°C). Carico parziale: l'efficienza del condizionatore viene misurata anche a diverse percentuali del suo carico massimo (ad esempio, 100%, 88%, 54%, 35%, 15%) per simulare meglio l'uso reale. Temperatura di mandata: la temperatura dell'aria o dell'acqua erogata dal sistema di riscaldamento influisce sull'efficienza. Sistemi progettati per operare a temperature di mandata più basse tendono ad avere valori SCOP più elevati. Consumo energetico in modalità non attive: il calcolo include anche l'energia consumata dal condizionatore quando non è attivamente in funzione per il riscaldamento. Sebbene il calcolo dettagliato dello SCOP sia complesso e generalmente eseguito dai produttori, comprendere i parametri che lo influenzano aiuta a interpretare il valore dichiarato e a confrontare diversi prodotti in modo più consapevole. Come convertire SCOP in COP? Il COP (Coefficient of Performance) indica l’efficienza istantanea del condizionatore, tipicamente misurato in condizioni standard, mentre il SCOP rappresenta una media stagionale che tiene conto delle variazioni operative. Quando parliamo di SCOP e COP condizionatore, è utile comprendere che il valore COP misurato in condizioni ideali tende ad essere superiore allo SCOP, in quanto quest’ultimo integra il comportamento dell’apparecchio in condizioni meno favorevoli. Ad esempio, se un condizionatore mostra un COP pari a 5 in condizioni ottimali, il suo SCOP potrebbe risultare intorno a 4–4,5 a causa delle fluttuazioni di temperatura e del carico variabile durante la stagione di riscaldamento. Non esiste una formula di conversione universale, poiché ogni sistema presenta caratteristiche diverse e l’analisi deve tener conto di variabili ambientali e operative; pertanto, la conversione va interpretata come un orientamento, più che come una regola fissa. SCOP, SEER e COP: le differenze spiegate con esempi pratici Per comprendere appieno l'importanza dello SCOP, è utile distinguerlo da altre due metriche fondamentali nel campo della climatizzazione (link a nuovo articolo: La guida ai valori essenziali di prestazione del condizionatore): il COP e il SEER. COP (Coefficient of Performance) Il COP misura l'efficienza istantanea di un sistema di riscaldamento, come una pompa di calore, in condizioni operative specifiche. Esso rappresenta il rapporto tra la potenza termica fornita dal sistema e la potenza elettrica assorbita per farlo in un determinato momento. Immaginiamo un condizionatore d'aria utilizzato in modalità pompa di calore. Se in un dato momento, con una temperatura esterna di 7°C e una temperatura interna di 20°C, l'apparecchio produce 3 kW di calore consumando 1 kW di elettricità, il suo COP in quelle specifiche condizioni è di 3.0. È importante notare che il COP può variare significativamente a seconda delle condizioni esterne e interne. SEER (Seasonal Energy Efficiency Ratio) Il SEER misura l'efficienza di un sistema di raffreddamento, come un condizionatore d'aria, durante l'intera stagione di raffreddamento. È il rapporto tra la quantità totale di raffreddamento fornita (solitamente espressa in BTU o kW) e l'energia elettrica totale consumata (in watt-ora o kWh) durante l'intera stagione estiva. Un condizionatore con un SEER di 18 sarà più efficiente e consumerà meno energia elettrica per raffreddare un ambiente durante tutta l'estate rispetto a un modello con un SEER di 14, assumendo lo stesso fabbisogno di raffreddamento. Il SEER tiene conto delle variazioni di temperatura esterna che si verificano tipicamente durante la stagione di raffreddamento. SCOP (Seasonal Coefficient of Performance) Come già spiegato, il SCOP misura l'efficienza di un sistema di riscaldamento, come una pompa di calore, durante l'intera stagione di riscaldamento. Esso rappresenta il rapporto tra la quantità totale di calore fornita (in kWh) e l'energia elettrica totale consumata (in kWh) durante la stagione invernale. Una pompa di calore con uno SCOP di 4.5 utilizzerà meno energia elettrica per riscaldare una casa durante tutto l'inverno rispetto a un modello con uno SCOP di 3.5, a parità di fabbisogno di riscaldamento. Lo SCOP considera le diverse temperature esterne che si verificano nel corso della stagione di riscaldamento. Scegliere un condizionatore in base ai valori SCOP e SEER La scelta di un condizionatore efficiente, soprattutto se destinato anche al riscaldamento, richiede un'attenta valutazione dei valori SCOP e SEER riportati sull'etichetta energetica. Ecco alcuni consigli pratici per orientarsi nella scelta: Valutare le proprie esigenze: considerare il clima della propria zona e stabilire se la priorità è il riscaldamento, il raffreddamento o entrambi. In zone con inverni rigidi, un valore SCOP elevato sarà più importante, mentre in zone con estati calde, il SEER avrà maggiore rilevanza. Controllare l'Etichetta Energetica: verificare attentamente i valori SCOP e SEER e la relativa classe di efficienza energetica. Optare per modelli con classi elevate (A+, A++, A+++) per entrambi i valori se si desidera un'alta efficienza sia in riscaldamento che in raffreddamento. Confrontare i modelli: confrontare i valori SCOP e SEER di diversi condizionatori con caratteristiche simili (potenza, funzionalità) per individuare quello che offre la migliore efficienza complessiva. Considerare la tecnologia inverter: i condizionatori dotati di compressore inverter a velocità variabile tendono ad essere più efficienti sia in riscaldamento (SCOP più alto) che in raffreddamento (SEER più alto) rispetto ai modelli tradizionali on-off. Dimensionamento adeguato: assicurarsi che la potenza del condizionatore sia adeguata alle dimensioni dell'ambiente da climatizzare. Un apparecchio sottodimensionato o sovradimensionato potrebbe funzionare in modo inefficiente, anche con valori SCOP e SEER elevati. Resta poi da considerare che un condizionatore con valori SCOP e SEER elevati potrebbe avere un costo iniziale maggiore, ma può portare a significativi risparmi sui costi energetici nel corso degli anni. Nell'ampio catalogo online di Climamarket puoi trovare condizionatori ad alta efficienza energetica di design dei migliori produttori, approfittando delle tante offerte disponibili per un comfort a 360 gradi.

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