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Rimani aggiornato sulle ultime novità dal settore termoidraulico, sull’evoluzione del mercato dell’energia e sulle nuove tecnologie per il comfort domestico. In questa sezione pubblichiamo aggiornamenti aziendali, lanci di nuovi prodotti, iniziative promozionali e tendenze del momento. Un punto di riferimento per chi vuole essere sempre informato, anche su cosa accade nel mondo Climamarket.it.

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Ecco spiegato il caro energia e come adeguarsi - Climamarket
15/11/22

Perché è aumentato il prezzo dell'energia? Ecco quali sono i rincari, perché si stanno verificano e come adeguarsi con i consigli di Climamarket.   Negli ultimi mesi i cittadini italiani stanno affrontando una vera e propria crisi energetica, che si riflette in un caro senza precedenti per quanto riguarda le bollette di luce, gas e acqua. Una situazione che accomuna molti altri Paesi, e che delinea un importantissimo momento storico, destinato a cambiare - forse per sempre - il nostro paradigma energetico. Stando alle stime degli esperti, infatti, il primo trimestre del 2022 ha fatto registrare un aumento del costo dell'energia elettrica di ben il 55%, seguito da quello del gas pari al 42%. Ma perché è aumentato il prezzo dell'energia? Come vedremo più avanti assieme agli esperti Climamarket, le vere cause dietro a questo fenomeno sono molteplici: si tratta di una sfortunata congiuntura di fattori, come l'incremento del prezzo del gas su tutti i mercati internazionali - da cui storicamente dipende più del 40% della produzione elettrica nostrana -, le recenti tensioni geopolitiche e naturalmente la pandemia da Coronavirus, senza dimenticare le condizioni meteo avverse. Fortunatamente, possiamo provare a limitare gli sprechi grazie a piccoli accorgimenti quotidiani, anche questi al centro del nostro approfondimento, e utili a risparmiare fino al 10% in bolletta sia per la luce che per la fornitura di gas metano. Previsioni prezzo energia elettrica 2022: la misura dei rincari A fronte di dati sempre più preoccupanti, e di previsioni di certo non incoraggianti, la crisi dell'energia sta comprensibilmente creando molti disagi a cittadini e imprese del nostro Paese. Prima ancora di capire perché è aumentato il prezzo dell'energia, e quali manovre possiamo mettere in atto per arginare gli attuali rincari, è bene provare a quantificare l'incremento esponenziale del prezzo del gas e dell'energia in tutta Europa, Italia compresa. Negli ultimi dodici mesi, il prezzo di riferimento del gas europeo è aumentato del 550%, pari a 14 volte la sua media decennale, mentre quello dell'elettricità è salito di 10 volte, sempre rapportando i prezzi alla media degli ultimi 10 anni. Fino al 2019 - dunque pre-Covid -, il costo all'ingrosso dell'energia elettrica in Italia ha fatto registrare quotazioni medie annuali tra i 43 e gli 87 euro per megawattora venduto. L'arrivo del Covid e del conseguente lockdown, all'inizio del 2020, ha innescato una durissima contrazione del fabbisogno energetico a livello globale; questa, unita ad un surplus di offerta, ha comportato un inevitabile crollo del prezzo dell'energia, quantificato per circa 22 euro per megawattora. Solo nel secondo semestre del 2021 abbiamo assistito ai primi accenni di ripresa economica, con la domanda di energia elettrica a crescere esponenzialmente man mano che la macchina produttiva si risvegliava dal suo lungo torpore. Nel frattempo, però, l'offerta è andata scarseggiando, e nel dicembre dello scorso anno si è toccata la media record di 281,24 euro per megawattora, con costi in bolletta di luce e gas praticamente raddoppiati. Perché l'energia elettrica aumenta: le cause dietro i rincari L'aumento dell'energia elettrica, come accennato, è quindi dovuto a più cause scatenanti, verificatesi negli ultimi anni con una sincronia preoccupante. Covid e aumento del costo dell'energia Tra i principali fattori che rispondono alla domanda "perché è aumentato il prezzo dell'energia?" è impossibile non menzionare il Covid. La lunga pandemia ha ostacolato - se non addirittura bloccato - le normali attività economiche europee, causando uno squilibrio senza precedenti tra domanda e offerta. Il boom di domanda con la recente ripresa economica, assieme all'offerta limitata delle compagnie elettriche, hanno lasciato spazio all'attuale situazione, che vede i prezzi delle forniture lievitare alle stelle. Fattori meteo sfavorevoli Le temperature estremamente rigide dello scorso inverno hanno messo a dura prova le scorte di gas naturale globali, costringendo molti Paesi ad attingere alle proprie risorse strategiche per far fronte al fabbisogno dei cittadini e delle industrie. Il risultato è stata una carenza critica di gas, e un inevitabile aumento di prezzo della risorsa sul mercato all'ingrosso. L'energia elettrica ha seguito la stessa sorte, essendo fortemente dipendente dalla disponibilità di gas naturale. Non solo, sempre nel 2021 l'Europa è stata travolta da un'anomala siccità di vento, che ha ridotto drasticamente l'energia prodotta dagli impianti eolici, costringendoci ad attingere ancor di più alle fonti fossili - tra cui proprio il gas metano. Elettricità in aumento per le tensioni geopolitiche internazionali In ultima analisi, non dobbiamo sottovalutare le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina, che si riflettono sul resto d'Europa. A seguito del recente conflitto, il Governo russo sta portando avanti una condotta che limita l'ingresso del gas in Europa. Considerando che la Russia è il principale fornitore italiano, e che eroga da sola circa il 41% del fabbisogno europeo di gas naturale, il prezzo del metano non poteva che salire vertiginosamente. Risparmio in bolletta: cosa fare Certamente l'aumento del prezzo di energia elettrica è un fenomeno destinato ad attenuarsi nel tempo, ma è probabile che ciò non accada nel breve periodo. Di conseguenza, con bollette che si prospettano ancora salate, l'unica soluzione è ridurre i consumi, andando ad investire su soluzioni orientate al risparmio energetico e all'ecosostenibilità; queste fanno bene sia al nostro portafogli che all'ambiente, e si traducono soprattutto nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovali, incentivate dal Governo tramite i Bonus ed Ecobonus stanziati su cui è possibile usufruire dello sconto immediato in fattura. Nel nostro piccolo, possiamo mettere in atto alcuni accorgimenti per rendere la nostra casa più smart. Prima di tutto andando a sostituire gli elettrodomestici più vecchi con quelli di nuova generazione ad alta efficienza energetica - attenzione quindi alle etichette energetiche! Cerchiamo pure di ridurre l'uso del forno tradizionale, favorendo la cottura in microonde, di avviare la lavastoviglie e la lavatrice solo a pieno carico e a temperature più basse; in bagno, invece, evitiamo di sprecare acqua calda inutilmente quando facciamo la doccia, mentre abbassando di un solo grado il riscaldamento di casa riusciremo a ridurre la bolletta del gas di circa il 10%.  

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Tutto quello che c'è da sapere sul decreto riscaldamento 2022-2023 - Climamarket
08/11/22

L'accensione del riscaldamento nel 2022-2023 subisce delle profonde variazioni per via dell'attuale situazione politica ed economica. Ecco tutto quello che devi sapere sul decreto riscaldamento. Con l'arrivo del freddo invernale, l'accensione del riscaldamento si fa fondamentale per assicurare il giusto comfort termico all'interno della nostra casa, soprattutto in quelle zone del nostro Paese in cui le temperature sono più rigide. Tradizionalmente, questo periodo dell'anno combacia con la cosiddetta stagione termica, che in linea di massima va dal 15 ottobre al 15 aprile; e che, per l'appunto, si riferisce al lasso di tempo in cui è possibile accendere gli impianti di riscaldamento in Italia. Se è vero che l'accensione dei termosifoni viene regolata ogni anno da tutta una serie di misure che variano a seconda dell'area specifica del territorio nazionale, allo stesso modo la situazione politica ed economica attuale ha costretto il Governo italiano a rivedere la normativa per il periodo 2022/2023. Ciò si traduce in un nuovo decreto riscaldamento, che modifica la data di accensione dei riscaldamenti e le temperature concesse nel tentativo di limitare i consumi di gas e contrastarne l’aumento del prezzo. Vediamo allora, con gli esperti Climamarket, tutto quello che c'è da sapere su questo nuova manovra anticrisi. Accensione riscaldamento 2022-2023: le zone climatiche in Italia La crisi causata dal conflitto russo-ucraino si riflette anche sulle regole per l'inverno 2022/2023 in fatto di riscaldamento. Il ministro della Transizione Ecologica (MiTE), Roberto Cingolani, ha infatti firmato di recente il cosiddetto decreto riscaldamento – il decreto n. 383 del 6 ottobre 2022 - con il quale varia l'accensione del riscaldamento in questa stagione con l'obiettivo di fare fronte alle difficoltà economiche e geopolitiche a livello globale. Pratiche di contenimento, queste, che stando alle stime consentiranno di raggiungere un risparmio di oltre tre miliardi di Smc di gas. Prima ancora di esplorare le regole stabilite dalla nuova normativa, è bene avere presenti quali sono le diverse zone climatiche in Italia, a cui corrispondono altrettante disposizioni per l'accensione dei termosifoni. In particolare, si tratta di 6 zone climatiche disciplinate con Il Decreto DPR 412/1993 del 26 agosto 1993. Le località vengono posizionate in una di queste 6 fasce tenendo conto del grado giorno, ovvero un coefficiente specifico che ha il compito di misurare la differenza tra la media della temperatura tra ambienti interni ed esterni. Questo significa che, quanto più è alto il valore dei gradi giorno rilevati, tanto più le zone interessate sono caratterizzate da temperature basse, e per questo i provvedimenti sono meno stringenti o addirittura del tutto assenti. Vediamole nello specifico, con tutti i dettagli sulle date e sugli orari dell'accensione dei termosifoni. Zona A La zona A contempla quei comuni con gradi giorno inferiori a 600, dunque alcune aree calde del nostro Paese come Porto Empedocle e le isole di Lampedusa e Linosa. In questo caso, l'accensione del riscaldamento è possibile dall'8 dicembre al 7 marzo, per un tempo massimo di 5 ore al giorno, con una diminuzione di 60 minuti rispetto alla normativa precedente. Zona B Nella zona B, fatta di comuni con gradi giorno tra 601 e 900, i termosifoni vanno accesi dall'8 di dicembre al 23 marzo, per 7 ore al giorno come tetto massimo. La diminuzione, stando alla legge per l'accensione del riscaldamento, è sempre di 60 minuti, e coinvolge diverse province italiane come Palermo, Messina, Agrigento, Catania, Crotone, Siracusa, Trapani e Reggio Calabria. Zona C La zona C include i comuni con gradi giorno tra 901 e 1.400, e ne fanno parte l'area adriatica Nord e alcune province come Bari, Brindisi, Caserta, Benevento, Catanzaro, Imperia, Cosenza, Lecce, Napoli, Latina, Ragusa, Salerno, Oristano, Taranto e Sassari. Le date per l'accensione dei riscaldamenti vanno dal 22 novembre al 23 marzo, per 9 ore al giorno al massimo. Zona D Per la zona D, le date riservate all'attivazione degli impianti di riscaldamento vanno dall'8 novembre al 7 aprile, e il funzionamento dei termosifoni non può superare le 11 ore al giorno. Tante le province comprese in quest'area del territorio nazionale, tutte con gradi giorno tra 1.401 e 2.100, come ad esempio Avellino, Ancona, Chieti, Caltanissetta, Firenze, Genova, Macerata, Foggia, Pesaro, Pisa, Prato, Forlì, Ascoli Piceno, Grosseto, Livorno, Isernia, Lucca, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pistoia, Pescara, Siena, Roma, Teramo, Terni, Viterbo e Vibo Valentia. Zona E Nella zona E abbiamo invece comuni con gradi giorno tra 2.101 e 3.000, come Aosta, Alessandria, Asti, Milano, Torino, Bolzano, Ferrara, Reggio Emilia, Trieste, Venezia, Verona, Perugia, Rieti, Enna, Potenza e L’Aquila. In questi comuni è possibile accendere il riscaldamento dal 22 ottobre al 7 aprile, per massimo 13 ore al giorno. Zona F Infine, nella zona F troviamo Trento, Belluno e Como. Trattandosi di comuni con gradi giorno superiori a 3.001 - e dunque della zona più fredda del Paese dal punto di vista climatico -, non sono previste limitazioni né per il periodo né per l'orario di accensione del riscaldamento domestico. Decreto riscaldamento: le nuove regole per l'inverno 2022/2023 Il decreto riscaldamento emanato dal MiTE prevede alcune novità che vogliono rendere più stringente la normativa precedente. In particolare, si parte con la riduzione di 1 grado della temperatura ammessa negli ambienti indoor, che siano case o uffici pubblici e privati. Di conseguenza, la temperatura passa dai 20 ai 19 gradi, con 2 gradi aggiuntivi di tolleranza. Per quanto riguarda gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali ed assimilabili, la temperatura massima consentita è invece di 17 gradi, sempre con due gradi in più di tolleranza. In più, vi è la riduzione di 1 ora del tempo massimo consentito per l'accensione dei termosifoni giornaliera, per un periodo di riscaldamento complessivo ridotto a sua volta di 15 giorni. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, infatti, il primo giorno in cui è possibile attivare gli impianti è il 22 ottobre; per ogni area - a esclusione della zona F -, la durata giornaliera di attivazione degli impianti di riscaldamento è compresa tra le ore 5 e le ore 23 di ogni giorno. Esistono comunque alcune eccezioni che contemplano le utenze considerate sensibili. Tra queste, abbiamo ad esempio gli ospedali, le RSA e le case di cura, ma anche scuole materne, asili nido, piscine e edifici alimentati a energia solare. Non solo, sono previste deroghe in caso di situazioni climatiche particolarmente avverse, per cui le autorità di amministrazione locale possono autorizzare l'accensione degli impianti alimentati a gas naturale al di fuori dei limiti previsti.  

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Condizionatori senza motore esterno: pro e contro - Climamarket
20/09/21

I condizionatori di ultima generazione senza unità esterna sono davvero vantaggiosi? E come funzionano? Scoprilo sul blog di Climamarket.   Durante l'estate, il refrigerio offerto da un condizionatore è un vero toccasana. Che sia in casa o in ufficio, questo elettrodomestico è diventato indispensabile per combattere la calura dei mesi più caldi. Se dotato di pompa di calore, può rivelarsi un valido alleato anche durante l'inverno. Esistono diverse tipologie di condizionatori in commercio, tra cui i modelli senza unità esterna, che si distinguono per l'assenza del motore esterno e l'ingombro ridotto. Questa soluzione è particolarmente indicata per chi ha problemi di spazio o vive in contesti con vincoli architettonici che ne limitano (o addirittura vietano) l'installazione. Ma prima di acquistare un climatizzatore senza unità esterna, è importante conoscere i pro e i contro di questa tecnologia, per fare una scelta consapevole e ponderata. Vediamo allora, in questo approfondimento di Climamarket, tutti i vantaggi e gli svantaggi dei condizionatori senza unità esterna, assieme ai migliori modelli proposti in catalogo. Come funzionano i condizionatori senza unità esterna Prima ancora di analizzare pro e contro dei climatizzatori senza unità esterna, è bene comprenderne il funzionamento di base. A differenza dei condizionatori tradizionali, che si compongono di due unità (una interna e una esterna), i modelli senza unità esterna integrano tutti i componenti all'interno del dispositivo, compreso quindi il motore. Il funzionamento è simile a quello dei climatizzatori split: l'aria calda viene prelevata dall'ambiente interno, raffreddata tramite un gas refrigerante e poi reimmessa nell'ambiente. Lo scambio termico avviene attraverso due fori praticati nella parete su cui viene installato il condizionatore. Questa soluzione va a garantire un risparmio più che evidente in termini di spazio, assieme ad una tutela architettonica importante dell'edificio, fondamentale in contesti condominiali più complessi. Inoltre, la scelta di un condizionatore di questo tipo garantisce l'assenza di emissioni di aria sul suolo pubblico. Vantaggi dei condizionatori senza unità esterna Capito come funzionano i condizionatori senza unità esterna, è facile dedurne tutti i pro e i contro specifici. Come per ogni altra soluzione di climatizzazione domestica, anche scegliere un condizionatore senza motore esterno comporta infatti vantaggi e svantaggi che vanno necessariamente presi in considerazione prima di procedere all'eventuale acquisto e messa in opera. Partiamo analizzando i pro: Maggiore estetica: l'assenza dell'unità esterna permette di preservare l'armonia della facciata dell'edificio e risulta particolarmente apprezzata in contesti con vincoli architettonici o paesaggistici. Minore ingombro: l'assenza del motore esterno rende questo tipo di condizionatore ideale per ambienti con metrature ridotte. Facilità di installazione: l'installazione è più semplice e veloce rispetto ai modelli tradizionali, non richiedendo interventi complessi sulla facciata esterna. Manutenzione semplificata: l'assenza dell'unità esterna rende più agevoli e sicure le operazioni di manutenzione. Maggiore silenziosità all'esterno: l'assenza del motore esterno elimina il rumore prodotto da questo componente, garantendo un minor impatto acustico sull'ambiente esterno. Rispetto dei vincoli architettonici e legali: questi condizionatori sono ideali per edifici con vincoli storici o architettonici. Eliminano la necessità di installare unità esterne, permettendo di rispettare le norme urbanistiche e le regole condominiali. Tra i vantaggi peculiari di questa soluzione, l'assenza del motore esterno e i tanti tipi di design esistenti permettono ai sistemi di aria condizionata senza motore esterno di integrarsi alla perfezione in una grande varietà di ambienti, valorizzandone l'estetica. Come già detto, poi, permettono di evitare di imbattersi nei limiti architettonici e legali imposti su determinati palazzi, come accade ad esempio negli edifici vincolati dal punto di vista storico. Infine, un altro plus è legato ai lavori di manutenzione, in questo caso semplificati poiché non è necessario compiere azioni potenzialmente pericolose per raggiungere lo split esterno. Svantaggi dei condizionatori senza unità esterna Questi invece gli svantaggi legati ai condizionatori senza unità esterna o monoblocco: Minore potenza: rispetto ai condizionatori tradizionali, i modelli senza unità esterna hanno generalmente una potenza inferiore, che potrebbe non essere sufficiente per climatizzare ambienti ampi. Maggiore rumorosità interna: il motore integrato nel corpo del condizionatore può generare un rumore maggiore rispetto all'unità esterna dei modelli tradizionali, nonostante i modelli più recenti e tecnologicamente avanzati abbiano ridotto di molto le emissioni sonore. Minore efficienza energetica: l'assenza dell'unità esterna può comportare un leggero calo dell'efficienza energetica del condizionatore. Costo più elevato: generalmente, i climatizzatori senza unità esterna hanno un costo superiore rispetto ai modelli tradizionali con potenza comparabile. Il rovescio della medaglia, oltre al rumore interno, è dunque che l'efficienza energetica sarà minore: non dovrebbe stupire infatti che il motore esterno permetta di avere a disposizione macchine con una potenza decisamente più elevata. In più, questo tipo di climatizzatori devono essere posizionati direttamente su una parete che dà verso l'esterno - andando ad evitare i lavori di canalizzazione - e risultano generalmente più voluminosi, considerando che comprendono tutti gli elementi previsti nell'impianto. Quando conviene installare un condizionare senza unità esterna Le opinioni sui climatizzatori senza unità esterna sono variabili. Chi apprezza particolarmente l'estetica, la praticità e la facilità di installazione di questi modelli ne sottolinea i punti di forza. Al contempo, chi ha esigenze di climatizzazione elevate o è attento al risparmio energetico potrebbe preferire un modello tradizionale con unità esterna, più potente ed efficiente. In definitiva, i condizionatori di ultima generazione senza unità esterna (che siano fissi o portatili) rappresentano una soluzione pratica e estetica per chi ha problemi di spazio o deve rispettare vincoli architettonici. Sebbene presentino alcuni svantaggi, come l'efficienza energetica ridotta e il rumore interno, i modelli più recenti offrono miglioramenti significativi in termini di prestazioni e silenziosità. Valutare attentamente i pro e i contro è fondamentale per fare la scelta migliore per le proprie esigenze. I migliori condizionatori senza unità esterna su Climamarket Per un comfort ideale in ogni stagione, è fondamentale selezionare il condizionatore senza unità esterna giusto in base alle dimensioni e alle caratteristiche dell'ambiente da climatizzare. Nello store online di Climamarket trovi un'ampia gamma di condizionatori senza unità esterna di alta qualità a prezzi vantaggiosi. Potrai scegliere il modello più adatto alle tue esigenze (anche tra le migliori varianti portatili), come l'Olimpia Splendid Unico, un climatizzatore che coniuga silenziosità, design e prestazioni eccellenti, diventando un punto di riferimento nel settore dei monoblocco.

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