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Ecco gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche più comuni in Italia - Climamarket
26/09/23

L'eliminazione delle barriere architettoniche è un obiettivo di primaria importanza. Scopri gli interventi più comuni e i dettagli del bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche.   Le barriere architettoniche sono un problema ancora molto presente sul territorio italiano. Si tratta di tutti quegli ostacoli che impediscono l'adeguata fruibilità degli spazi a persone con ridotte o assenti capacità motorie. L'abbattimento delle barriere architettoniche dovrebbe essere quindi uno degli obiettivi principali nella progettazione di un edificio, e allo stesso modo si dovrebbe intervenire su quelli già esistenti per renderli più accessibili. L'eliminazione delle barriere architettoniche significa azzerare disparità e discriminazione, ed è per questo che la Legge di Bilancio 2023 ha prorogato fino al 31 dicembre 2025 il Bonus Barriere Architettoniche, una detrazione fiscale fissata dal Governo dedicata a tutti quegli interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione delle barriere architettoniche presso edifici già esistenti. In questo approfondimento di Climamarket andremo a vedere cosa si intende per abbattimento delle barriere architettoniche, le detrazioni fiscali associate e quali sono gli interventi più comuni in Italia in questo ambito specifico. Cosa si intende per abbattimento delle barriere architettoniche Prima ancora di esaminare nel dettaglio le manovre di detrazione delle barriere architettoniche e i lavori più popolari nel nostro paese, è bene dare una definizione di abbattimento delle barriere architettoniche. Il riferimento è a tutti quegli interventi finalizzati al superamento degli ostacoli che limitano accessibilità, visitabilità e adattabilità degli spazi da parte di tutte le persone, comprese quindi quelle con ridotte capacità motorie e sensoriali. Grazie a lavori mirati, verranno eliminati tutti gli elementi costruttivi che impediscono, limitano e in generale rendono difficoltoso l'utilizzo di un ambiente, o che limitano la fruizione dei servizi alle persone con disabilità o a chi, per età o problemi temporanei, si trova in una situazione che limita il normale utilizzo degli spazi. Bonus Barriere Architettoniche anche nel 2023 Proprio l'attenzione primaria all'abbattimento delle barriere architettoniche ha portato il Governo ad estendere le agevolazioni dedicate anche per il 2023, e fino alla fine del 2025. Il Bonus Barriere Architettoniche, come abbiamo già visto, è una detrazione riconosciuta esclusivamente per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche. La detrazione fiscale è pari al 75% delle spese sostenute, e viene concessa a privati cittadini, imprese, esercenti arti e professioni ed enti pubblici e privati per le opere mirate all'eliminazione di qualsiasi tipo di ostacolo alla mobilità. All'atto pratico, per i lavori effettuati dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2025 su edifici già esistenti è prevista una detrazione IRPEF, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo. L'imponibile ha un importo massimo variabile da 30.000 a 50.000 euro, a seconda dell’edificio su cui sono eseguiti i lavori. Eliminazione barriere architettoniche: gli interventi previsti dal bonus Come già accennato, il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche è riservato all'insieme di interventi che hanno l'obiettivo di superare ed eliminare le barriere architettoniche presenti in edifici già esistenti. Ciò significa che la detrazione non può essere applicata agli interventi eseguiti durante la fase di costruzione dell’immobile e su quelli realizzati mediante demolizione e ricostruzione. Il bonus comprende anche gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari finalizzati ad abbattere le barriere architettoniche. Pensiamo ad esempio all'installazione di ascensori e montacarichi, o comunque a qualsiasi strumento che tramite la comunicazione, la robotica e la tecnologia, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all’abitazione per le persone con disabilità. Similmente, la normativa prevede agevolazioni per gli interventi di adeguamento dei servizi igienici, che consentano a tutti piena accessibilità e manovrabilità nell'utilizzo dell'ambiente bagno. Come abbattere le barriere architettoniche: i lavori più comuni Gli interventi per l'abbattimento delle barriere architettoniche prevedono un'ampia tipologia di lavori. In Italia alcuni sono naturalmente più diffusi di altri, e vanno dall'installazione di un ascensore alla riprogettazione del bagno e dell'utilizzo dei sanitari. Ascensore Una delle soluzioni più praticate per l'abbattimento delle barriere architettoniche è senza dubbio l'installazione, nel vano scala o all'esterno dell'edificio, di una piattaforma elevatrice a movimento verticale, da impiegare per il trasporto di persone in piedi o su carrozzina, o in alternativa di un ascensore. Per essere a norma, negli edifici residenziali l'ascensore deve avere caratteristiche ben precise. Prima di tutto, la cabina deve presentare dimensioni minime di 1,30 metri di profondità e 0,95 metri di larghezza; in secondo luogo, la porta deve avere luce netta minima di 0,80 metri posta sul lato corto, mentre la piattaforma minima di distribuzione posta anteriormente alla porta della cabina di 1,50 x 1,50 metri. Per legge, all'interno della cabina dovremo trovare un campanello di allarme, un citofono ad altezza compresa tra 1,10 e 1,30 metri e una luce di emergenza di autonomia minima di 3 ore. I pulsanti di comando devono presentare anche la numerazione in rilievo e le scritte con traduzione in Braille, e accanto ai pulsanti esterni deve essere presente una rampa per la carrozzina. Bagno Il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche è valido anche per il rifacimento del bagno, in cui deve essere garantito lo spazio necessario per le manovre di una sedia a rotelle. I sanitari saranno quindi sospesi, con il lavandino che deve essere necessariamente senza colonna e posto a 80 centimetri di altezza dal pavimento, e i rubinetti a leva e con miscelatore. Intervenendo sul box doccia, invece, sarà importante dotarlo di piatto a filo pavimento, sedile e doccia telefono. Se possibile con lo spazio a disposizione, la porta dovrebbe aprirsi verso l'esterno per facilitare le manovre. Rampa Infine, un'altra operazione per l'abbattimento delle barriere architettoniche prevede di posizionare una rampa in alcuni punti specifici di un edificio, così da consentire il superamento di un dislivello. La normativa dispone che un dislivello non sia accessibile se superiore a 3,20 metri. La rampa deve avere una larghezza minima di 0,90 metri per consentire il passaggio di una persona su carrozzina, e di 1,50 metri per consentire l'incrocio di due persone. Non solo, sempre stando a quanto previsto dalla legislazione, ogni 10 metri di lunghezza e quando presenti interruzioni mediante porte, la rampa deve includere un piano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 × 1,50 metri. La pendenza delle rampe, poi, non deve superare l'8%, tranne in casi eccezionali.

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Bonus Barriere Architettoniche: di cosa si tratta e requisiti - Climamarket
21/06/23

Bonus Barriere Architettoniche 2023: cosa rientra e quali sono i requisiti per ottenere la detrazione del 75%? Tutte le informazioni utili sul blog di Climamarket. La Legge di Bilancio 2023 ha prorogato al 31 dicembre 2025 il cosiddetto Bonus Barriere Architettoniche, una detrazione fiscale fissata dal Governo dedicata a tutti quegli interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione delle barriere architettoniche presso edifici già esistenti. In questo focus di Climamarket analizzeremo quindi ogni aspetto del Bonus Barriere Architettoniche 2023, dai requisiti ai beneficiari, così da evidenziarne i vantaggi anche in caso di rifacimento del bagno per persone con disabilità. Cos'è il Bonus Barriere Architettoniche Come già accennato, il Bonus Barriere Architettoniche 2023 è un'agevolazione pensata specificatamente per incentivare l'abbattimento delle barriere architettoniche in edifici già esistenti. Rappresenta, quindi, quindi un sostengo economico per migliorare sensibilmente la mobilità di persone soggette a condizioni di disabilità, ed è valido per tutto il 2023 fino al 31 dicembre 2025. In particolare, per i lavori svolti dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2025, vi è la possibilità di richiedere la detrazione IRPEF da ripartite in 5 quote annuali dello stesso importo o lo sconto in fattura. Il bonus è pari al 75% della somma spesa per portare avanti i lavori: l'importo massimo è variabile (tra i 30.000 e i 50.000 euro), e dipende dall'edificio in cui viene eseguita la ristrutturazione. A tal proposito, nella circolare n. 17/E del 26 giugno 2023, l'Agenzia delle Entrate, in merito alla normativa del Bonus dedicato all'abbattimento delle barriere architettoniche, chiarisce che: [...] Considerato che la norma richiama gli interventi effettuati su “edifici già esistenti” senza ulteriori specificazioni si ritiene che rientrino nella disciplina agevolativa gli interventi effettuati su unità immobiliari di qualsiasi categoria catastale salvo il rispetto dei criteri previsti dal decreto del Ministero dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236. Bonus Barriere Architettoniche 2023: chi può beneficiarne e requisiti Possono beneficiare della detrazione solo i contribuenti assoggettati all'IRPEF, che siano o meno residenti nel territorio italiano: persone fisiche, inclusi gli esercenti arti e professioni; enti pubblici e privati, a patto che non svolgano attività commerciali; società semplici; associazioni tra professionisti; soggetti che conseguono reddito di impresa (possono essere persone fisiche, enti, società di persone o società di capitali). Quando non è applicabile il Bonus Barriere Architettoniche? La detrazione non è applicabile nei casi di interventi effettuati durante la fase di costruzione dell’immobile e in quelli realizzati mediante demolizione e ricostruzione. Bonus Barriere Architettoniche 2023: cosa rientra e limiti di spesa Parlando degli interventi ammessi, il Bonus Barriere Architettoniche 2023 è previsto per: tutti gli interventi edilizi realizzati per eliminare le barriere architettoniche; gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari finalizzati ad abbattere le barriere architettoniche (es: ascensori, montacarichi, servoscale etc…); le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito, in caso di sostituzione dell’impianto. Il rifacimento dei bagno in base ai criteri contenuti nel DECRETO MINISTERIALE 14 giugno 1989, n. 236. Come già specificato, il bonus ammonta al 75% della spesa sostenuta, con le limitazioni a cambiare a seconda del numero di unità immobiliari in cui vengono eseguiti i lavori edilizi. Abbiamo quindi: un limite di 50.000 euro per gli edifici unifamiliari e plurifamiliari funzionalmente indipendenti; un limite di 40.000 euro per il numero delle unità immobiliari negli edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari; un limite di 30.000 euro per il numero delle unità immobiliari negli edifici composti da più di 8 unità immobiliari. Bonus Barriere Architettoniche al 75% anche per il bagno L'Agenzia delle Entrate ha decretato che il bonus per l'abbattimento delle barriere architettoniche è valido anche per il rifacimento del bagno. In questo caso, le norme da seguire sono praticamente le stesse valide per la progettazione delle nuove costruzioni. Per il D.M. 236/1989 deve essere garantito lo spazio necessario per le manovre di una sedia a rotelle: i sanitari devono quindi essere sospesi; il lavandino deve essere senza colonna e posto a 80 centimetri di altezza dal pavimento; i rubinetti devono essere a leva e con miscelatore; il box doccia deve essere obbligatoriamente a pavimento e dotato di sedile e doccia telefono. Se possibile, poi, la porta dovrebbe aprirsi verso l'esterno per facilitare le manovre. Il bonus al 75% per le barriere architettoniche in bagno si applica, oltre che sulle spese sostenute per i lavori di adeguamento, anche su quelle direttamente correlate all'intervento, come possono essere nuovi rivestimenti e pavimentazione o il rifacimento dell'impianto elettrico.

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Caldaie a gas vietate dal 2029? Forse l'Unione Europea vuole anticipare al 2025 - Climamarket
29/05/23

L'Unione Europea dice stop alle caldaie a gas dal 2029. Al momento la proposta è ancora in fase di definizione e sarà discussa a giugno quando la Commissione Europea si riunirà. L'obiettivo è quello di andare ad eliminare gradualmente dal mercato le caldaie a gas e a combustibili fossili, e al tempo stesso innalzare i requisiti di efficienza energetica per gli impianti di riscaldamento residenziale. Potrebbe, però, esserci un’accelerata che farebbe anticipare al 2025. Caldaie a gas vietate dal 2029: cosa dice il regolamento UE La caldaia a gas è ancora oggi l'apparecchio più utilizzato nelle nostre case per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Nonostante quelle più moderne siano dei dispositivi efficienti dal punto di vista energetico, si tratta comunque di generatori alimentati con gas naturale o propano. I combustibili fossili stanno infatti diventando un problema sempre più grande, non solo dal punto di vista dell'approvvigionamento a seguito del conflitto in Ucraina, ma soprattutto da quello ambientale. Proprio per questo, il cosiddetto Piano REPowerEU emanato dalla Commissione Europea prevede un progressivo abbandono delle caldaie a gas dal 2025 fino al divieto di vendita dal 2029. L'UE vuole quindi puntare il più possibile sulle energie rinnovabili, o comunque su caldaie alimentate con combustibili alternativi, decisamente più sostenibili. L'attuale bozza del testo, oltre allo stop dal 2029 alle caldaie a gas, prevede anche che tra il 2025 e il 2026 vi sia un declassamento delle etichette energetiche delle caldaie a gas. Attenzione però, questo non significa che sarà imposto un divieto di possedere una caldaia a gas e di disfarsi del proprio impianto di riscaldamento, ma che dal 2029 non potremo più acquistare una caldaia alimentata a gas metano. Caldaie a gas: stop dal 2029 o bisogna anticipare? Allo stato attuale l'Unione Europea sta lavorando a una modifica del regolamento Ecodesign originale. La Commissione Europea si incontrerà il 12 giugno per la discussione del testo, che dovrebbe essere definito entro la fine dell'anno per poi essere pubblicato nel 2024 prima della fine del mandato europeo. Nel frattempo, c'è però chi mette in guardia l'UE sulle tempistiche, spingendo per anticipare al 2025 il divieto di vendita delle caldaie a gas per raggiungere la carbon neutrality entro il 2050 e contrastare la crisi energetica. È quello che dicono ECOS, una ONG internazionale che si batte per standard tecnici, politiche e leggi rispettosi dell’ambiente, e EEB, la Rete europea di organizzazioni di cittadini ambientalisti. ECOS e EEB hanno infatti ricordato che una caldaia alimentata a gas nuova può avere un ciclo di vita che va dai 20 ai 25 anni. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 sarà necessario smettere di vendere e installare le caldaie a gas e a combustibili fossili per il 2025, o al massimo entro il 2027. Caldaie a gas vietate dal 2029: quali sono le reali alternative? Con le caldaie a gas vietate dal 2029, e la possibilità concreta di anticipare la manovra addirittura al 2025, ci si ritrova inevitabilmente a chiedersi come adeguare la propria casa alla direttiva UE. Fortunatamente esistono delle concrete alternative a questi dispositivi, che già rappresentano una realtà affidabile per molte famiglie. Vediamole nel dettaglio: Pompe di calore - il principio di funzionamento di questi apparecchi prevede che l'aria calda venga trasferita in un edificio utilizzando l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili come l'aria, l'acqua e la terra, eliminando l'impiego del gas o di altri combustibili inquinanti. Caldaie a biomassa - si tratta di caldaie che sfruttano la combustione di materiale organico come pellet, legna o gusci di frutta secca per generare calore utile a riscaldare gli ambienti e a produrre acqua calda ad uso sanitario. Caldaie ioniche - di recentissima introduzione, riscaldano l'acqua tramite elettrolisi senza aver bisogno di canna fumaria e unità esterna. Riscaldamento a pavimento e pannelli radianti - con il riscaldamento (e raffrescamento) a pavimento, l'acqua calda o fredda viene immessa in dei tubi sottili e flessibili che scorrono a serpentina lungo il pavimento; i pannelli radianti elettrici a infrarossi usano invece la tecnologia degli infrarossi per riscaldare l’aria circostante, evitando l'impiego di combustibili fossili. Climamarket è in prima linea per assicurare ai suoi clienti il massimo del comfort tra le mura domestiche, con soluzioni di riscaldamento innovative e ecofriendly che abbattono emissioni e consumi, e che sono significativamente più efficienti rispetto alle tradizionali caldaie a gas.

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