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FAQ caldaie

Le caldaie a condensazione, rispetto alle caldaie tradizionali,non consente dispersione di calore e sfrutta anche l'energia dei gas combusti che vengono convogliati all'interno dello scambiatore primario. Il calore dei gas viene ceduto allo scambiatore, i gas si trasformano in condensa dopo essersi raffreddati e vengono evacuati.
Il calore recuperato lavora all'interno dello scambiatore primario, scaldando prima l'acqua e riducendo i costi del comfort.

Le caldaie a biomassa bruciano combustibili naturali "non fossili", derivati direttamente dal legno. Esistono le caldaie che bruciano solo il pellet e quelle policombustibili che possono essere alimentate da pellet, cippato, legna, gusci di frutta secca, vinacciolo e combustibili triti vari.
Nonostante l'utilizzo di combustibili differenti, svolgono le medesime funzioni di una caldaia a gas: riscaldano l'ambiente e l'acqua calda sanitaria.

La temperatura di una caldaia a condensazione differisce dalla tipologia di impianto: per gli impianti ad alta temperatura con radiatori e ventilconvettori la temperatura da impostare è tra 55°C e 70°C; per gli impianti che lavorano a bassa temperatura (come gli impianti a pavimento) dovremo impostare una temperatura compresa tra 35°C e 40°C.
Inoltre, per l'acqua calda sanitaria, è consigliabile impostare tra 45°C e 50°C, in quanto temperature più elevate comporterebbero un deposito di calcare più massiccio all'interno dei circuiti del generatore.

Una caldaia a "camera stagna" è definita tale poiché ha una camera di combustione chiusa, può essere installata anche all'interno dell'abitazione visto che non consuma l'ossigeno presente nell'ambiente domestico bensì aspira l'aria dall'ambiente esterno per realizzare la combustione.
Le caldaie a "camera stagna di tipo tradizionale" (chiamate anche a tiraggio forzato tradizionale) non vengono più prodotte dal Settembre 2015 (direttiva ERP 2009/12/CE).
Attualmente le vecchie "camera stagna" sono state sostituite dalle "caldaie a condensazione", che possono comunque essere installate sia all'interno che all'esterno, molto meno inquinanti e con un'efficienza energetica maggiore.

Il bruciatore di una caldaia serve a trasmettere il calore emesso dalla combustione del gas allo scambiatore di calore, all'interno del quale passa l'acqua dell'impianto.
La combustione viene avviata a mezzo di alcuni elettrodi che propagano delle scintille.
Il bruciatore ha il compito di far "bruciare" il gas che arriva dalla valvola gas, la quale gestisce l'erogazione del combustibile.
Possiamo immaginare semplicemente che il nostro bruciatore sia il fornello di un piano cottura, mentre la pentola é lo scambiatore.

Le spese per l'acquisto di una caldaia sono detraibili dall'IRPEF al 50% o al 65% in 10 quote annuali, mediante la Dichiarazione dei redditi 730 o il Modello Unico. Le spese detraibili sono: costi totali prodotti, manodopera, materiali e consulenza.
Per la detrazione al 50%, basta installare una caldaia a condensazione che usufruisca della "Classe energetica A" in riscaldamento ed acqua calda sanitaria, invece per la detrazione al 65% occorre installare una caldaia in "Classe A+"; qualsiasi caldaia che abbia la "Classe A" può passare alla "Classe A+", basta associarle dei dispositivi di termoregolazione evoluti come un Cronotermostato dotato di una Sonda Esterna e alle valvole termostatiche.
La richiesta delle detrazioni non è cumulabile con nessun altro incentivo.

La maggior parte delle caldaie permette di assolvere alla funzione riscaldamento ed a quella di produzione acqua calda canitaria (ACS) per i rubinetti.
Esistono caldaie con produzione istantanea di ACS e caldaie con accumulo. La scelta è determinata dallo spazio che potremo dedicare ad un'eventuale accumulo e al numero di utenze da servire.
Ricordiamo che la caldaia istantanea produce istantaneamente acqua calda sanitaria.
Se non si ha lo spazio per un accumulo e con la nostra caldaia dobbiamo alimentare al max 2 bagni e una cucina, possiamo optare decisamente per una caldaia istantanea scegliendola con la produzione di acqua calda in litri/minuto adeguata alle nostre esigenze.
Se si ha un vano tecnico da dedicare ad un accumulo e l'esigenza di servire molte utenze contemporaneamente, potremo optare per l'accumulo perché permette di gestire meglio la contemporaneità dell'utilizzo di più punti di acqua calda.
Esistono caldaie con l'accumulo integrato, occupano comunque più o meno spazio in funzione al volume del bollitore integrato.
Attualmente la quasi totalità delle caldaie per civile abitazione vengono installate di tipo istantanea.

Si, è possibile installare una caldaia a condensazione all'interno dell'abitazione poiché avendo una camera di combustione ermetica non consuma l'ossigeno presente all'interno dei locali, bensì prelevata dall'esterno l'aria per realizzare la combustione.
Ricordiamo inoltre che la caldaia a condensazione produce condensa che deve essere smaltita, pertanto bisogna prevedere uno scarico per la condensa.

L'abbattimento della temperatura dei fumi di una caldaia a condensazione dà luogo a una produzione di condensa acida che a lungo andare corrode le tubazioni con tutti i relativi (e costosi) inconvenienti che possono derivarne. Pertanto, se canalizzata direttamente in uno scarico "sottotraccia" o in un sanitario deve essere prima neutralizzata con un apposito "neutralizzatore" al fine di di non arrecare danni all'impianto di scarico.

Il calcolo per il dimensionamento di una caldaia a condensazione è proporzionato al grado di isolamento dell'involucro edilizio, alla sua esposizione ai punti cardinali ed alle correnti esterne, al numero dei piani dai quali è composto e ad altri fattori che entrano in gioco per eseguire un calcolo termico dettagliato.
In linea di massima si possono seguire le seguenti indicazioni.
Prima di tutto è necessario calcolare la "cubatura" dell'abitazione (superficie totale in mq moltiplicata per l'altezza media dei soffitti), ad esempio per una superficie di 150 mq e altezza dei locali di 2,70 mt. otterremo 405 mc.
Il risultato andrà quindi moltiplicato per un "coefficiente di richiesta termica" che sarà tanto più elevato quanto peggiore sarà il tipo di influenza delle temperature esterne sull'abitazione. Pertanto:

  • per un ambiente di 405 mc (solitamente di recente costruzione) con "isolamento buono" potremo usare un coefficiente di 0,03 KW/mc ed il risutato sarà pari a 12,15 Kw
  • per un ambiente di 405 mc (solitamente di non recente costruzione) con "isolamento discreto" potremo usare un coefficiente di 0,05 KW/mc ed il risutato sarà pari a 20,25 Kw
  • per un ambiente di 405 mc (solitamente di vecchia costruzione) con "isolamento scarso" potremo usare un coefficiente di 0,07 KW/mc ed il risutato sarà pari a 28,35 Kw.

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